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Il
prof.
Tittarelli quando riportava i compiti in classe di italiano e
latino, talvolta ne leggeva alcuni particolarmente significativi alla
classe.
Un tema
del quale venne letta solo la conclusione è stato il componimento
storico su Napoleone, di preparazione all'Esame di "Maturità", di Pio.
Dopo due o tre pagine di trattazione, Pio, che come sempre vuole
strafare e "chiudere in bellezza", afferma perentoriamente:
"Napoleone cadde nel solco che la storia aveva tracciato tra due
secoli".
Il professore legge assorto il brano, poi si rivolge serio a Pio e gli
chiede affranto: "Poverino! E si è fatto molto male?"
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Altro
pezzo che venne offerto a tutta la classe è la "perla" di traduzione
fatta da Sergio su una versione dal latino all'italiano che raccontava
di una battaglia nella quale l'esercito cartaginese di Pirro, come
d'abitudine, si avvaleva della "cavalleria pesante", gli elefanti
(quindi, in questo caso, sarebbe più corretto parlare di "elefanteria",
N.d.R.).
Sergio, ineffabilmente, traduce: "L'elefante, colpito, fece tre giri
su se stesso e cadde a terra morto. Poi si rialzò e corse più forte".
Il professore si astiene da qualsiasi commento, mentre i compagni di
classe si alzano e corrono, tutti, a complimentarsi con Sergio per la
sua impareggiabile versione, una traduzione che aveva evidenziato la sua
grande competenza classica e la sua insuperabile logica
matematico-deduttiva, di fronte alla quale anche Albert Einstein sarebbe
impallidito.
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