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Per entrare più tardi o uscire prima si provava di tutto. Una delle
scuse più gettonate per le entrate in seconda ora era il tipico "sono
dovuto andare in banca a pagare una tratta per mio padre". Funzionava
quasi sempre. Tanto che c'era chi ne abusava. Un sabato mattina Claudio
M usò tale motivazione per giustificare il suo ritardo al prof.
Martellotti che si interessò molto alla questione e volle sapere
quale fosse la banca di suo padre, aperta anche di SABATO, dicendo che
sicuramente lui vi avrebbe trasferito il proprio conto corrente. Grande
professore!
Marco e Pierluigi, dopo essere stati, con altri sei o sette
'ritardatari', al BAR di Via della Viola a giocare a biliardo,
per evitare le interrogazioni del prof. Tittarelli, giustificano
il ritardo per un "prelievo di sangue presso la clinica Liotti" a nome
Casavecchia, Masciolini e LIOTTI.
Il preside Molini li ammette tutti e "tre", ma il prof. Tittarelli si
vendica sul malcapitato di turno - Marco - che, confondendo miseramente
il termine "elegiaco" con "iliaco" (osso), tra l'ilarità generale,
prende 3.
Per le uscite anticipate la cosa era più complicata. In genere ci voleva
la richiesta scritta di un genitore, ma in qualche caso si poteva
derogare affidandosi alla fantasia.
Un giorno Pio, stufo delle lezioni, dichiarò perentorio: "ora esco!"
Allo scetticismo dei compagni rispose con i fatti: prese un foglio di
carta da pacchi gialla (usata a disegno), ci incartò il vocabolario di
Latino, l'ottimo "Campanini-Carboni" e andò dal preside Molini al
quale disse di dover consegnare quel pacco di "medicine", da parte di
sua madre, alle suore Orsoline.
Il permesso di uscita, naturalmente, fu immediatamente accordato.
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