Come professore di
Educazione Fisica maschile, dal primo al quarto liceo, la classe - 5 C
Liceo Scientifico "G.Alessi" di Perugia - ha avuto il prof. Stelvio
Protani (che, insieme alla prof.ssa Sylvie, è stato
accompagnatore nella gita a Praga del 1973). Con il prof.
Protani si faceva "ginnastica" ad alto livello, anche attività non
previste per i più giovani, come pesi, attrezzistica, etc. Ma tale
attività era volontaria, per cui quelli che la facevano - la stragrande
maggioranza - si impegnavano a fondo. Si poteva fare attività con
qualsiasi tenuta (tuta, pantaloncini, jeans, ...), purché muniti di
scarpe da ginnastica. |
Il primo provvedimento
è stato l'obbligo
di fare lezione con i pantaloncini corti. Mauro ha obiettato dicendo che
lui ce li aveva solo a fiori, al che il professore ha detto che non
importava, sarebbero andati bene comunque. All'insistenza dei ragazzi
che dicevano di averli solo con le bretelle o con le frange ha risposto
che andavano bene tutti, purché corti. |
La vivacità dei ragazzi infastidiva visibilmente il professore che voleva imporre la disciplina, la qual cosa stimolava i ragazzi che cercavano sempre nuove forme espressive. Una volta, mentre alcuni stavano facendo lezione in palestra (la ex cappella del Monastero) Claudio M, Pio, i "gemellini" Claudio e Carlo (e altri) prendono le scarpe dei compagni e le dispongono in una lunga "processione" che, partendo dalla palestra, risalendo le scale e attraversando il corridoio del primo piano, arrivava di fronte alla presidenza. Nota sul registro, dal preside!
La pazienza del professore
era messa a così dura prova che più volte ha minacciato Claudio M di
regolare i conti con lui "fuori da scuola". |
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Nell'estate del 1979, cinque anni dopo la "maturità", Alfio e Claudio M, a cavallo della Vespa Piaggio 200 di Alfio, decidono di andare a fare le "guide volontarie" al Parco Nazionale d'Abruzzo, a Pescasseroli. Quindici giorni a "pane e acqua" e "pomodorate" (non era previsto alcun compenso, solo l'alloggio), sveglia alle cinque del mattino e via sui sentieri dei monti del Parco ad accompagnare i turisti a vedere i camosci (e a evitare che tirassero sassi addosso ai poveri animali). |
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Arrivati a Senigallia di mattina, dovendo aspettare le ragazze che
avevano la libera uscita solo di pomeriggio, vanno sul prato del fossato
del Castello (la Rocca di Giovanni della Rovere) e, tanto per
ammazzare il tempo, come due scemi, si mettono a scalarne le mura.
Arrivati a quattro-cinque metri di altezza sentono una voce lamentosa
esclamare: "non ci posso credere! Non è possibile! Anche qui vi
trovo? Ma che cosa ho fatto di male?" NB: "profesoro"
e "profesorino" sono, probabilmente, le sole reminiscenze
dell'unica lezione di Esperanto fatta dalla classe: |
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